Salmi 63:1-11
1 Salmo di Davide: quand'era nel deserto di Giuda.} O Dio, tu sei l'Iddio mio, io ti cerco dall'alba; l'anima mia è assetata di te, la mia carne ti brama in una terra arida, che langue, senz'acqua.
2 Così t'ho io mirato nel santuario per veder la tua forza e la tua gloria.
3 Poiché la tua benignità val meglio della vita; le mie labbra ti loderanno.
4 Così ti benedirò finché io viva, e alzerò le mani invocando il tuo nome.
5 L'anima mia sarà saziata come di midollo e di grasso, e la mia bocca ti loderà con labbra giubilanti.
6 Quand'io mi ricordo di te sul mio letto, medito di te nelle veglie della notte.
7 Poiché tu sei stato il mio aiuto, ed io giubilo all'ombra delle tue ali.
8 L'anima mia s'attacca a te per seguirti; la tua destra mi sostiene.
9 Ma costoro che cercano la rovina dell'anima mia, entreranno nelle parti più basse della terra.
10 Saran dati in balìa della spada, saranno la preda degli sciacalli.
11 Ma il re si rallegrerà in Dio; chiunque giura per lui si glorierà, perché la bocca di quelli che dicon menzogne sarà turata.
Qui la convinzione che è stata l'ispirazione dei due salmi precedenti giunge a compimento di espressione. Difficilmente si può dividere il canto, perché scorre in un continuo sfogo di lodi. Il cantore è assalito da difficoltà e tristezza, eppure l'affermazione di ciò all'inizio e alla fine costituisce uno sfondo che mette in più chiaro rilievo la sicura fiducia dell'anima in Dio.
Iniziando con l'affermazione, o Dio, tu sei il mio Dio, il cantore dichiara la sua sete in un luogo asciutto per le stesse visioni di Dio che aveva avuto nel santuario nei giorni precedenti. Immediatamente la canzone sale a livelli più alti. Il passato è l'ispirazione del presente. Sopra tutte le circostanze diverse e difficili si eleva in trionfo perché conosce Dio. Felice, infatti, è l'anima che sa fare del dolore l'occasione di un canto e delle tenebre l'occasione di risplendere.
Due cose sono necessarie per un trionfo come questo. Questi sono indicati nelle parole di apertura del salmo. In primo luogo, deve esserci la coscienza della relazione personale: "O Dio, tu sei il mio Dio"; e, secondo, ci deve essere una sincera ricerca di Dio: "Ti cercherò presto". La relazione deve essere stabilita. La comunione deve essere coltivata.