Il commento di Peter Pett alla Bibbia
Atti degli Apostoli 21:37-38
«E mentre Paolo stava per essere condotto al castello, dice al capo capitano: "Posso dirti qualcosa?" E lui disse: "Sai il greco?" Non sei tu dunque l'Egiziano, che prima di questi giorni fomentò la sedizione e condusse fuori nel deserto i quattromila uomini degli Assassini?».
Paolo si fermò quindi sui gradini della fortezza e parlò al capitano in capo in un greco articolato e sofisticato. Chiese: "Posso dirti qualcosa?" Era sempre saggio chiedere a un soldato anziano il permesso di parlargli. Ma il capitano in capo fu colto di sorpresa dal suo greco articolato e colto perché aveva ottenuto un'altra impressione di Paolo (dobbiamo presumere dalla folla. Aveva chiesto alla folla chi e cosa fosse).
Il fatto che alcuni della folla abbiano dovuto dire ciò che hanno fatto serve a dimostrare quanto poco la maggioranza conoscesse la verità sull'uomo di cui stavano cercando la morte, anche la falsa 'verità'. Erano semplicemente una folla linciatrice, portata via dall'eccitazione e dal pregiudizio.
Allora chiese sorpreso: "Non sei tu allora l'Egiziano, che prima di questi giorni fosti insorto alla sedizione e condusse fuori nel deserto i quattromila uomini degli Assassini?" Questo era presumibilmente ciò che alcuni tra la folla gli avevano detto. Questo personaggio sarebbe stato poi parlato da Giuseppe Flavio. Era una storia ben nota e famigerata. Tre anni prima, un ebreo egiziano aveva affermato di essere un profeta e aveva condotto una folla di aderenti nel deserto (facendo riferimento a Elia e a Giovanni il Battista), e poi al Monte degli Ulivi, per attaccare messianicamente Gerusalemme dichiarando che le mura della città sarebbero cadute miracolosamente davanti a lui.
Lui ei suoi "assassini" erano stati respinti da Felix con molto spargimento di sangue, sebbene fosse scappato. Gli assassini (sicarii - 'pugnali') erano rigorosamente gruppi di ebrei che portavano con sé dei pugnali nascosti nei loro vestiti in modo che in ogni occasione potessero uccidere i collaboratori dei romani, ma il termine fu senza dubbio applicato dai romani a chiunque volesse uccidere loro e i loro collaboratori. Dopotutto vedevano tutti coloro che si opponevano violentemente a loro poco meglio degli assassini.