“Vi scongiuro, o figlie di Gerusalemme, di non suscitare, né risvegliare il mio amore, finché non gli piacerà”.

Ancora una volta la sposa esorta le figlie di Gerusalemme a non suscitare il suo amore finché non piace all'amato (cfr. Cantico dei Cantici 2:7 ; Cantico dei Cantici 3:5 ). Ma il capriolo e le cerve non sono menzionati ora, forse per ricordare la natura più seria di ciò che d'ora in poi avrebbero fatto. Non vuole che la sua istruzione venga interrotta.

SEZIONE 7.

Il ritorno a Gerusalemme.

La coppia torna a Gerusalemme in totale armonia e, visto il suo potente amore per lui, gli chiede di metterla a sigillo sul suo cuore e sulla sua mano. Una volta che questo è stato stabilito, l'unicità e la natura divina dell'amore viene quindi enfatizzata, seguita da un esempio di come le viene insegnato dalla sua saggezza. Viene fornita un'illustrazione di come tale amore possa essere preservato nella sua purezza originaria, prendendo come esempio la sorella minore, a quel punto è in grado di confermargli che il suo amore almeno è pieno e vero.

Segue una vivida illustrazione degli sforzi che la giovane moglie farà ora per assicurarsi di mantenersi 'perfetta' per la sua amata. Nel Cantico dei Cantici 1:6 b non era riuscita a 'tenere' la sua vigna personale e aveva lasciato che la sua carnagione fosse viziata dal sole. Ora assicura alla sua amata che farà ogni sforzo per garantire che la sua bellezza sia completamente mantenuta a suo beneficio.

Il canto termina poi con la sua chiamata al suo amato, come aveva fatto all'inizio ( Cantico dei Cantici 1:2 ), e dicendogli che 'i compagni' (i giovani cortigiani e pastori - Cantico dei Cantici 1:7 ) ascoltano la sua voce, (contrariamente 'le vergini ti amano -- noi ti rincorreremo' - Cantico dei Cantici 1:3 a) ma che si aspetta che la chiami in modo tale che lo ascolti ( confronta ' Cantico dei Cantici 1:4 a).

La sua ricompensa sarà che potrà comportarsi come un capriolo o un giovane cervo (che sono desiderosi di accoppiarsi) sulla montagna delle spezie (il loro letto regale - cfr Cantico dei Cantici 4:6 ).

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