Il commento di Peter Pett alla Bibbia
Daniele 4:34-35
Recupero e Restauro.
'E alla fine dei giorni io, Nabucodonosor, alzai gli occhi al cielo, e la mia intelligenza tornò a me, e benedissi l'Altissimo, e lodai e onorai colui che vive nei secoli dei secoli, perché il suo dominio è un dominio eterno, e il suo regno di generazione in generazione, e tutti gli abitanti della terra sono reputati come un nulla, e fa secondo la sua volontà nell'esercito del cielo e tra gli abitanti della terra, e nessuno può fermare la sua mano o digli: "Cosa stai facendo?" '
Quando Nabucodonosor tornò alla normalità, probabilmente all'improvviso come spesso accade in questi casi, è comprensibile che fosse pieno di gratitudine verso 'l'Altissimo', cioè il più alto degli dei. Che Daniele vedesse questo come il Dio del cielo non dobbiamo dubitare. Le parole sono una vera espressione di ciò che Egli è. Egli stesso è eterno, e il Suo governo è eterno, e dura per sempre attraverso tutte le generazioni; la terra ei suoi abitanti sono una relativa nullità davanti a Lui, gli eserciti del cielo Gli obbediscono, i popoli della terra non possono contrastarlo.
Nessuno può impedire la Sua attività (letteralmente 'percuotergli la mano'. Questo può riferirsi al rendere impotente o al castigo) o chiederGli cosa sta facendo. Egli è onnipotente e nessuno può dirgli di no. Nabucodonosor si era trovato di fronte alla propria fragilità, e aveva riconosciuto in Un altro ciò che un tempo aveva ritenuto riferirsi a se stesso.
"Alla fine dei giorni." Cioè alla fine dei "sette tempi", il periodo divinamente perfetto determinato da Dio.