Capitolo 3 Gesù è più grande di Mosè, guardino dunque dal non seguire Gesù, come Israele non lo seguiva.
Avendo mostrato che Gesù è sia la somiglianza stessa di Dio che il Suo glorioso Messia, e quindi di gran lunga superiore agli angeli. E che la ragione per cui si è umiliato e si è fatto uomo, ed è stato stabilito come 'il secondo uomo' (coronato di gloria e onore), era per morire per salvare uomini e donne ed elevarli a nuove altezze nel 'mondo per vieni', quel mondo nuovo che ora era venuto in Lui e che sarebbe continuato per sempre.
E che Egli è il nostro Santificatore, il nostro Trek Leader e il nostro grande Sommo Sacerdote. Invita i suoi lettori a considerarlo per quello che è, l'Inviato (Apostolo) e Sommo Sacerdote a cui indichiamo e che confessiamo.
In particolare Lo contrappone a Mosè e Giosuè, gli artefici della grande liberazione di Israele, le stesse pietre miliari della fede ebraica. È quasi impossibile sopravvalutare l'importanza che gli ebrei attribuivano a Mosè. Gli angeli erano visti come estremamente importanti, ma erano in cielo e noi siamo sulla terra. Qui, però, c'era uno sulla terra che soprattutto si era dimostrato amico di Dio, e aveva liberato Israele dalla schiavitù in Egitto, e aveva portato in Israele la grande alleanza del Sinai, dando inizio a una teocrazia che lo aveva stabilito come popolo con Yahweh come Re.
E riposero la loro fede totalmente senza riserve nell'Istruzione (Torah) che Yahweh aveva dato loro per mezzo di Mosè, ricordando che era giunta per mezzo di lui per la mediazione degli angeli. Soprattutto era stato il vero servitore di Yahweh, l'uomo designato da Dio per la ricezione della parola unica di Dio, seguito immediatamente da Giosuè (gli unici due che furono mai specificamente intitolati 'il servitore di Yahweh').
Quindi coloro che avrebbero seguito il Messia Gesù avevano bisogno di vederlo in relazione a quelle due grandi figure, quei due giganti della loro fede.