“E sarà per loro come una vana divinazione ai loro occhi, che hanno prestato loro giuramenti solenni (letteralmente 'giuramenti di giuramenti a loro'). Ma fa ricordare l'iniquità perché potessero essere presi».

Il punto qui sembrerebbe essere che i camerieri e gli osservatori a Gerusalemme avrebbero liquidato ciò che stava accadendo come vana divinazione. Non sarebbero in sospeso. Avrebbero creduto di poter resistere bene, perché erano pieni di fiducia, avendo prestato giuramenti solenni gli uni con gli altri e con altri come Ammon, ed erano pronti, e probabilmente perché contavano anche su un trattato solenne con l'Egitto per l'assistenza (che è venuto e poi si è sciolto).

"Giuramento di giuramenti a loro" potrebbe essere alternativamente tradotto "sette sette a loro" e potrebbe indicare che ritenevano che c'era molto tempo prima che la vittoria fosse finalmente assicurata al giubile - il cinquantesimo anno. (Confronta i sette sette di Daniele 9:25 dove la speranza che la vittoria seguisse i sette sette era delusa. Piuttosto ci sarebbero settantasette).

Le loro speranze però sarebbero vane, perché Dio richiamerebbe la loro iniquità con il risultato che attendeva solo un giudizio certo. Verrebbero 'presi', cioè sconfitti, uccisi o fatti prigionieri.

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