"Vi supplico, fratelli, siate come me, perché io come voi."

Potremmo forse tradurre "Io sono come eri tu". (Come abbiamo mostrato nella traduzione non c'è verbo nell'ultima frase in greco). Allora Paolo sta dicendo 'sii come me perché io sono come eri tu quando ti sei convertito per la prima volta'. In altre parole, 'torna a quello che eri, ridiventando come me'. Quando Paolo andò da loro, non rivendicava la superiorità né cercava di portarli sotto la Legge. Ha proclamato il vero Vangelo che li ha messi entrambi sullo stesso piano in Cristo.

In alternativa, fa appello su una nota più personale "Io sono come te", cioè "come te sono solo un uomo debole e fragile, pienamente consapevole delle tue debolezze". Oppure 'sono diventato come te' che significa 'Io, sebbene una volta ebreo, ero disposto a diventare come voi gentili per il vostro bene', nel senso che avrebbero dovuto copiarlo, come una volta li ha copiati.

In qualunque modo lo traduciamo, l'appello è che diventino come Lui, camminando di nuovo nella libertà di Cristo.

"Non mi hai fatto del male."

Assicura loro che non ha nulla contro di loro per quanto riguarda il modo in cui lo trattano. Anzi, ricorda con affetto la loro gentilezza.

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