Il commento di Peter Pett alla Bibbia
Giacomo 4:12-17
I cristiani devono affrontare la fragilità della loro vita ( Giacomo 4:12 ).
Il contrasto tra l'uomo nella sua incapacità di giudicare in contrasto con il grande Giudice stesso, porta ora alla questione della fragilità della vita e alla necessità di riconoscere che la nostra vita è a disposizione di Dio. Perché gli uomini dovrebbero riconoscere, specialmente quelli che corrono per accumulare ricchezza, che non solo non devono giudicarsi a vicenda, ma che non sono nemmeno in grado di giudicare per quanto tempo staranno qui sulla terra portando avanti il loro normali occupazioni. Piuttosto allora dovrebbero guardare a se stessi e riconoscere che, consapevoli della necessità di fare il bene, se non lo fanno è peccato (che, ovviamente, sarà portato in giudizio).
Analisi.
a Ma chi sei tu che giudichi il tuo prossimo? ( Giacomo 4:12 b).
b Venite ora, voi che dite: «Oggi o domani andremo in questa città, vi passeremo un anno, e commerciamo e ci guadagniamo» ( Giacomo 4:13 ).
c Mentre tu non sai cosa accadrà domani ( Giacomo 4:14 a).
d Qual è la tua vita? Perché tu sei un vapore, che appare per un po', e poi svanisce ( Giacomo 4:14 b).
c Perché dovresti dire: «Se il Signore vuole, vivremo entrambi e faremo questo o quello» ( Giacomo 4:15 ).
b Ma ora ti glori delle tue parole arroganti. Tutta questa gloria è male (Gc Giacomo 4:16 ).
a Per chi dunque sa fare il bene e non lo fa, per lui è peccato ( Giacomo 4:17 ).
Si noti che in 'a' viene chiesto loro chi pensano di essere in grado di giudicare il loro prossimo, e parallelamente viene loro ricordato che dovrebbero piuttosto giudicare se stessi. In 'b' dichiarano con leggerezza quello che stanno per fare, e parallelamente sono condannati per le loro parole arroganti. In 'c' non sanno cosa accadrà l'indomani, e parallelamente devono riconoscere questo e dire 'se il signore vuole faremo questo o quello'. Al centro in 'd' devono riconoscere che la loro vita è un vapore che è breve e poi svanisce.