Il commento di Peter Pett alla Bibbia
Giovanni 21:2-3
'C'erano insieme Simone Pietro e Tommaso chiamato Didimo ('il gemello'), e Natanaele di Cana in Galilea, e i figli di Zebedeo e altri due dei suoi discepoli. Simon Pietro dice loro: "Vado a pescare". Gli dicono: "Anche noi veniamo con te". Uscirono e salirono sulla barca, e quella notte non presero niente».
I discepoli vedevano chiaramente questo come un periodo di attesa mentre si chiedevano cosa fare dopo che Gesù era apparso loro per la prima volta. Passati i sette giorni di Pasqua e Azzimi, avevano lasciato Gerusalemme e si erano trasferiti in Galilea, come Gesù aveva comandato ( Matteo 28:10 ). Lì Peter decise che avrebbe passato una notte a pescare.
Questo potrebbe essere dovuto al bisogno di cibo, o potrebbe essere stato semplicemente il desiderio di salire di nuovo su una barca dopo un po' di tempo, dando loro qualcosa da fare. Potrebbe anche aver sentito di dover rimettere mano alla pesca ancora una volta perché aveva perso il diritto di essere un pescatore di uomini. Che sentisse ancora che il suo futuro era incerto, vista la sua negazione di Gesù, emerge dal fatto che Gesù lo chiama di nuovo a “Seguimi” ( Giovanni 21:19 ).
"Quella notte non hanno preso niente." Questo non era sconosciuto ai pescatori del Mar di Galilea ( Luca 5:5 ). Giovanni, tuttavia, lo vede quasi certamente come un'illustrazione di ciò che accade quando la potenza di Gesù è assente. In qualunque cosa facciano, dipendono da Lui. L'indicazione è che Peter e gli altri non hanno futuro nella pesca del pesce. D'altra parte per la potenza di Gesù potranno pescare uomini con successo.
'Simon Peter' è un nome tipicamente giovanneo per Peter. Si verifica una volta in Matteo, una volta in Luca (entrambi nei momenti di transizione) ma dodici volte in Giovanni 1-20. Tommaso può essere menzionato perché era prominente nel capitolo 20 e Natanaele perché era prominente nel capitolo 1. Il riferimento a "quelli di Zebedeo" può essere interpretato in due modi, o come un tentativo deliberato di evitare di menzionare i nomi di Giacomo e Giovanni in linea con la reticenza del resto del Vangelo, sostenendo la tesi per la paternità giovannea di questo capitolo, o come un riferimento inaspettato ad esse che indica una differenza di paternità.
Visti i dettagli forniti di Tommaso e Natanaele la prima idea è probabilmente da avvalorare, altrimenti ci saremmo aspettati che i loro nomi venissero menzionati, soprattutto da un discepolo di Giovanni. "Quelli di Zebedeo" cattura lo spirito dell'anonimato mentre trasmette le informazioni necessarie. Il fatto che oltre a loro vi fossero anche due 'altri discepoli' (il solito modo con cui Giovanni si riferiva a se stesso) spiega perché si dà il vago riferimento.