Capitolo 53 La fine e la resurrezione del servo.

Il capitolo che segue trabocca di esempi di tutti gli estremi di sofferenza e di condanna che potrebbero essere riversati su qualcuno. I commentatori cercano regolarmente di selezionare un aspetto o l'altro come fattore preponderante, ma così facendo non riescono a riconoscere il punto che sta facendo lo scrittore, che è che ha sofferto tutto ciò che potrebbe essere imposto o sperimentato da qualcuno di tutti i mali del mondo.

Egli accumula parola su parola per far sì che noi riconosciamo che qui c'era Colui che prese su di Sé la totalità di tutte le miserie degli uomini, cioè le miserie che ne derivavano a causa del peccato. Per dirla in modo semplice e profondo con le parole di Paolo: 'Si è fatto peccato per noi', e così ha portato in Sé le conseguenze di quel peccato.

Questo è ben evidenziato nella descrizione della Sua sepoltura. Sarebbe stato sepolto sia con l'empio, il criminale, l'emarginato, sia con il ricco, l'ugualmente malvagio ma esteriormente rispettato. In Lui era riassunta la totale peccaminosità dell'uomo. Mentre possiamo certamente considerare il significato delle parti, non riusciamo a comprendere lo scopo dello scrittore se non riconosciamo che la sofferenza e le conseguenze descritte sono il destino di tutti gli uomini in quanto riassunte in Uno solo. Una situazione così unica poteva applicarsi solo a Qualcuno che era totalmente unico.

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