«È lecito per noi rendere omaggio a Cesare o no?»

La loro domanda era se fosse "lecito" o meno rendere omaggio a Cesare. Cioè se fosse in linea con l'insegnamento di Mosè. Ora, a rigor di termini, la Legge non affronta questa questione. Ma la Legge chiarisce che il popolo d'Israele era il popolo di Dio, la nazione santa di Dio, e quindi che essere governati da qualcun altro era contrario alle intenzioni di Dio. Era qualcosa che sarebbe accaduto loro solo come risultato della disobbedienza.

Quindi per ogni ebreo la risposta sull'opportunità di pagare un tributo a Cesare sarebbe stata un sonoro "No!" Perché, sebbene nel complesso con riluttanza abbiano reso tale tributo, certamente non lo consideravano "lecito". A loro avviso, la Legge richiedeva piuttosto che indirizzassero i loro doni verso Dio, il Suo Santuario e il Suo popolo, e la tassa elettorale romana era molto e profondamente risentita come imposizione e come prova della loro sottomissione a Roma.

Quindi, se Gesù avesse risposto alla domanda dichiarando che era lecito, sarebbe stato immediatamente denunciato da tutta la nazione come un falso profeta. Se invece avesse detto che non era lecito, (e quella era la risposta alla quale stavano lavorando), allora avrebbero potuto denunciarlo immediatamente al governatore romano per aver incitato il popolo a sottrarsi al pagamento delle tasse, soggetto di reato alla punizione più grave.

Continua dopo la pubblicità
Continua dopo la pubblicità