La distruzione di Gerusalemme e il sacrilegio nel tempio (13,14-19).

Che cosa significhino le seguenti parole è chiarito in primo luogo dal riferimento a quanto Gesù disse all'inizio del capitolo ( Marco 13:2 ) con la domanda che ne deriva ( Marco 13:3 ), e in secondo luogo dal confronto con il libro di Daniele. È da lì che viene l'idea dell'Abominio Desolante nello stesso passaggio che parla della prossima distruzione della 'città e del santuario' ( Marco 9:26 ) ( Daniele 9:27 LXX ha la stessa frase tranne che 'desolazione ' è al plurale.

Confronta Daniele 11:31 ). E l'originario 'Abominio della Desolazione' prevedeva la presa della città e la profanazione del Tempio ( Daniele 11:31 ).

Analisi.

a “Ma quando vedrai l'Abominio Desolante stare dove non dovrebbe (chi legge comprenda)” ( Marco 13:14 a).

b «Allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti» ( Marco 13:14 b).

c «E chi è sul tetto non scenda, né entri per prendere qualcosa di casa sua» ( Marco 13:15 ).

d «E chi è nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello» ( Marco 13:16 ).

c «Ma guai a quelle che se ne sono andate in gravidanza ea quelle che in quei giorni allattano» ( Marco 13:17 ).

b «E prega che la tua fuga non sia d'inverno» ( Marco 13:18 ).

a «Poiché in quei giorni ci sarà una tribolazione tale che non vi è stata alcuna simile dall'inizio della creazione che Dio ha creato fino ad ora, e non ci sarà mai» ( Marco 13:19 ).

Si noti che in 'a' abbiamo colui che è chiamato il Sacrilegio Desolatore, e in parallelo il risultato delle sue azioni desolanti mentre si oppone al Dio della creazione. In 'b' quelli della Giudea fuggiranno sui monti, e parallelamente pregheranno che la fuga non sia d'inverno. In 'c' gli uomini devono fuggire dai tetti delle loro case senza aspettare di raccogliere nulla, e parallelamente le donne coinvolte nel parto e nell'educazione dei bambini devono fuggire dalle loro case così come sono. Al centro in 'd' chi lavora nei campi non deve nemmeno preoccuparsi del proprio mantello per l'urgenza della fuga.

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