Di nuovo mandò altri servi, dicendo: «Di' a quelli che sono invitati, ecco, ho preparato il mio pranzo. I miei buoi e i miei grassi sono uccisi e tutto è pronto. Vieni alla festa del matrimonio.'

Quando tutto fu pronto, il paziente re, aspettandosi che avrebbero potuto ripensarci quando avessero avuto il tempo di rendersi conto della gravità di ciò che stavano facendo, mandò altri schiavi. Era pronto a perdonarli ea dare loro un'altra possibilità. Questa volta il suo messaggio era più urgente ed esigente, e non ammetteva alcun rifiuto. La sua mente era decisa. Il primo pasto della festa (la parola indica il pasto mattutino) era già in preparazione (il matrimonio sarebbe normalmente un evento di almeno sette giorni). I buoi e i grassi erano già stati uccisi. E tutto il resto era preparato. Non avevano quindi altra scelta che venire, oppure insultarlo imperdonabilmente.

Notiamo qui che questo non era solo un invito a una 'festa' come nella parabola parallela di Luca ( Matteo 14:15 ), era la richiesta di un re, che aveva diritto all'obbedienza immediata dei suoi sudditi. Dovevano venire per sottomettersi a suo figlio. Disobbedire sarebbe tradimento.

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