Il commento di Peter Pett alla Bibbia
Romani 2:1-16
Anche uomini rispettabili, giudici, filosofi, rabbini ed ebrei vengono sotto il giudizio di Dio come peccatori (2:1-16).
Avendo dimostrato la peccaminosità e l'inescusabilità della maggior parte dell'umanità, Paolo ora si rivolge a coloro che sono, per così dire, in piedi ad ascoltare e ad annuire la loro approvazione. I filosofi avevano detto la stessa cosa di Paolo del popolo in generale. I giudici riconobbero in ciò che Paolo aveva detto ciò che avevano ritenuto vero riguardo alle persone che erano state portate davanti a loro. Anche i rabbini e gli ebrei, mantenendo la loro fiducia nella Legge, e vedendosi superiori a causa di essa, approvarono. Avrebbero tutti annuito con la testa in accordo con Paul. Ma erano tutti sicuri che ciò che aveva detto non si applicava a loro.
Così ora Paolo rivolge la sua attenzione a loro. Parla a coloro che si considerano responsabili del comportamento dell'umanità, sia ebrei che gentili. C'è sempre stato disaccordo sul fatto che questi primi versetti del capitolo 2 debbano essere visti come parlati a gentili o ebrei. Che gli ebrei siano inclusi è indiscutibile perché Paolo parla di 'all'ebreo prima, e anche al gentile'. Ma quella frase significa ugualmente che anche i Gentili sono inclusi.
E questo è messo in evidenza dal fatto che Paolo evita accuratamente di usare allusioni che individueranno a chi si sta parlando. In generale si rivolge a "uomini morali". Deve quindi essere visto come se avesse in mente tutti coloro che guardavano gli altri dall'alto in basso da una posizione di presunta superiorità.
La sua argomentazione è abbastanza semplice, ed è che coloro che affermano di agire come giudici degli altri nel modo in cui hanno fatto queste persone, tuttavia si abbandonano regolarmente a peccati simili, cosa che li rende doppiamente ingiustificabili agli occhi di Dio. Poiché giudicando gli altri hanno rimosso la scusa dell'ignoranza. Hanno dimostrato con i loro giudizi di sapere cosa è giusto e cosa è sbagliato.
Eppure si comportano ancora in modo sbagliato. Devono quindi riconoscere che Dio non mostra favori ai Suoi 'compagni di giudizio' e giudicherà veramente. Perché, dice Paolo, se giudicano gli altri, come fanno, pensano davvero di potersi aspettare di sfuggire al giudizio di Dio?
Questo passaggio si divide nettamente in tre sezioni, cosa messa in evidenza dall'arrangiamento letterario. Nella prima sezione ( Romani 2:1 ) abbiamo delle sfide apparentemente poste a un individuo sotto forma di accusa ("sei senza scuse") e domanda ("e pensi, o uomo...?" - " O disprezzi --?'), con i verbi al singolare come se si rivolgessero a una persona.
Nella seconda sezione ( Romani 2:6 ) abbiamo un cambio di stile e un chiaro chiasmo che segue gli schemi dell'Antico Testamento. Nella terza sezione ( Romani 2:12 ) l'enfasi è sul fatto che sia gli ebrei che i gentili saranno giudicati da una qualche forma di legge, terminando con l'avvertimento del prossimo giudizio di tutti gli uomini da parte di Gesù Cristo. Le tre sezioni, tuttavia, si scontrano in modo che anche l'intero passaggio venga letto come un tutto.