'Né continuare a presentare le tue membra al peccato come strumenti di ingiustizia; ma presentatevi a Dio, come vivi dai morti, e le vostre membra come strumenti di giustizia a Dio».

Quindi non dobbiamo più 'continuare a presentare' le nostre 'membri' (le parti del nostro corpo) al peccato come strumenti di ingiustizia. Faceva parte della vecchia vita. Dobbiamo controllare l'occhio, l'orecchio, la bocca, la mano, il piede, la mente, la volontà. Se ci fanno offendere, metaforicamente dobbiamo 'tagliarli via e gettarli via da noi' ( Marco 9:43 ).

Piuttosto dobbiamo presentarci a Dio, come vivi dai morti, e presentare le nostre membra come strumenti di giustizia a Dio. Dobbiamo riconoscere una nuova proprietà. In contrasto con il peccato, che ci ha preso come tiranno, Dio attende la nostra risposta personale. Dio non è un tiranno. Ci deve essere quindi una presentazione positiva di noi stessi a Dio come coloro che ora sono vivi in ​​Cristo.

E insieme a questo andrà la presentazione delle nostre membra a Lui come strumenti, non più di ingiustizia, ma di giustizia. C'è qui un incoraggiamento a presentare ogni parte di noi stessi a Dio parte per parte. Prima noi stessi, e poi ogni parte di noi nello specifico (occhi, orecchie, bocca, mano e piede). Nota come la 'rettitudine vissuta' è ora diventata il risultato pratico del nostro essere stati 'considerati come giusti'.

La giustizia di Dio, avendoci resi accettevoli a Dio, deve produrre giustizia dentro di noi, anche se va notato che Paolo non fa direttamente da nessuna parte questa applicazione quando parla della "giustizia di Dio", poiché dal suo punto di vista "la giustizia di Dio' è una giustizia che ci può essere resa conto. Ma poiché Egli ci ha considerati giusti attraverso la Sua giustizia, la giustizia agli occhi di Dio deve essere affar nostro.

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