La Croce.

'Mio Dio, mio ​​Dio, perché mi hai abbandonato? Perché sei così lontano dall'aiutarmi e dalle parole del mio forte gemito?'

Queste parole sono state citate da Gesù sulla croce. Ma non possiamo vederlo come un semplice significato che Gesù stava traendo conforto dal Salmo. Era piuttosto perché (se possiamo dirlo con riverenza) era giunto a una nuova comprensione di ciò che stava descrivendo il Salmista. Dal tormento della sua anima, mentre portava su di sé i peccati del mondo, avvertì un senso di totale desolazione e tormento, un senso di totale isolamento dal Padre, e scaturiva in questo grido. Sentiva che nel suo grido doveva perforare le tenebre, perché sentiva 'Dio abbandonato'. Come è stato ben detto: 'Dio abbandonato da Dio, chi può comprenderlo?'

Non era, ovviamente, abbandonato. Poteva ancora parlare al MIO Dio. E il fatto stesso della Sua preghiera era un riconoscimento del fatto che Dio era udibile, anche se sembrava terribilmente lontano. Esprimeva piuttosto quindi l'agonia che stava affrontando e il peso che stava portando. È stata l'unica preghiera che Gesù abbia mai fatto per non rivolgersi a Dio come 'Padre'. Anche nell'agonia dell'Orto aveva pregato 'Abbà, Padre'.

Ma ora nelle tenebre della sua anima, tormentato dal peccato del mondo, venne come supplicante a Dio, piuttosto che come Figlio al Padre. E per Lui c'era un senso di separazione genuino e molto reale. In quei momenti conosceva la terribile intensità del lavoro che era venuto a fare e il prezzo che era venuto a pagare. Stava assumendo su di Sé tutta l'agonia meritata dall'umanità.

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