Il commento di Arthur Peake alla Bibbia
1 Corinzi 15:35-49
Paolo ora incontra l'obiezione, come vengono resuscitati i morti? in che specie di corpo tornano dal sepolcro? Solo uno sciocco (in ebraico piuttosto che in greco), dice aspramente, farebbe una domanda così incredula. L'esperienza dell'obiettore (tu stesso sei molto enfatico) gli mostra che il seme deve morire quando viene seminato o non sarà vivificato. Non è identico al corpo che deve essere, è un chicco di grano nudo o qualunque esso sia, e Dio gli dà un corpo corrispondente alla specie particolare.
Non è chiaro fino a che punto Paolo avrebbe spinto la metafora per implicare una connessione organica tra il vecchio e il nuovo. Il vecchio corpo perisce e Dio ne fornisce uno nuovo, e il nuovo è molto diverso dal vecchio. L'universo mostra lo stesso principio di varietà, la carne degli uomini, delle bestie, degli uccelli e dei pesci; corpi celesti e terreni; sole, luna e stelle. Così l'intraprendenza di Dio si vede nella risurrezione, dove il nuovo corpo differisce in modo così sorprendente dal vecchio.
Il cadavere viene deposto nella terra come il seme, e quando il seme muore ( 1 Corinzi 15:36 ) il corpo si decompone; è seminato nella corruzione, sorge incorruttibile. Disonorato e impotente, è innalzato in gloria e forza; seminato un corpo naturale, ne esce un corpo spirituale. Il corpo naturale è atto ad essere l'organo della personalità nella sua naturale condizione terrena; il corpo spirituale è un tale corpo che corrisponde alla condizione futura dell'uomo come spirito.
Che esistono entrambi i tipi di corpo Paolo lo dimostra con la Scrittura ( Genesi 2:7 ). Solo 1 Corinzi 15:45a è in realtà una citazione, ma Paolo forse intende rappresentare 1 Corinzi 15:45b come anche dalla Scrittura; molta più libertà è presa nei Targum.
Se è così, può argomentare, come Filone, dal doppio racconto della creazione dell'uomo ( Genesi 1:26 ; Genesi 2:7 ) a due distinte creazioni, e in 1 Corinzi 15:46 opporsi all'idea che lo spirituale abbia preceduto il naturale nella manifestazione storica.
Il primo uomo è di origine terrena e fatto di polvere, il secondo uomo è dal cielo. Molti studiosi trovano qui la dottrina di un Uomo Celeste preesistente, con esile giustificazione. Ogni classe segue il suo prototipo. Apparteniamo successivamente ad entrambi; in questa vita portiamo l'immagine del terreno, nella vita di risurrezione porteremo quella del celeste.