Filippo e l'eunuco etiope. Filippo appare di nuovo; non ci è detto dove, ma l'istruzione datagli dall'angelo mostra che non era a Gerusalemme; deve andare verso sud ( mg. a mezzogiorno; non adatto a un lungo viaggio) per la strada Gerusalemme-Gaza. Che la strada fosse abbandonata in questo caso era a suo favore . Arrivato all'incrocio delle due strade, da Tiro e da Gerusalemme, Filippo vede un carro; contiene un eunuco etiope, tesoriere presso una corte africana sotto Candace (un titolo dinastico piuttosto che un nome).

Sta tornando a casa da Gerusalemme, dove era andato ad adorare; se fosse ebreo o un proselito non ci viene detto. Un angelo suggerì il viaggio di Filippo; lo Spirito ora gli ordina di avvicinarsi al carro. Sente l'eunuco leggere ad alta voce da Isaia parole che recentemente hanno ricevuto una nuova interpretazione tra i seguaci di Gesù. L'eunuco è un uomo modesto; non può capire senza guida ciò che sta leggendo e invita Filippo a sedersi accanto a lui.

Nella Chiesa il passo, qui citato dalla LXX, era stato applicato a Gesù ( Atti degli Apostoli 3:13 , suo Servo; Atti degli Apostoli 3:18 ; Luca 24:25 ).

La dottrina dell'espiazione per mezzo di Cristo era assente dalla predicazione di Pietro, ma 1 Corinzi 15:3 mostra che con essa fu fatto presto un inizio, senza dubbio connesso con Isaia 53. La domanda dell'eunuco ( Atti degli Apostoli 8:34 ) era una quello naturale; viene ancora chiesto e risposto in vari modi.

Filippo fa del brano il suo testo per un sermone su Gesù, che si rivela convincente; e segue il battesimo. Filippo viene portato verso nord e trovato ad Azotus, cioè Ashdod (p. 28). Continua la sua attività missionaria nell'ovest della Palestina e il suo viaggio termina a Cesarea (p. 28) , dove potrebbe essere iniziato. Cesarea era una nuova città costruita da Erode e dotata di un buon porto. Fu la residenza del procuratore romano e la città più importante della Palestina.

Atti degli Apostoli 8:37 . Solo mg. dà questo versetto, in cui Filippo chiede una confessione di fede prima di battezzare, e ne viene fatta una brevissima. Questo versetto era noto a Irene noi ea Cipriano, ma i manoscritti sono contrari, e potrebbe essere facilmente inserito, mentre non sarebbe stato facilmente rimosso, una volta lì.

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