Il commento di Arthur Peake alla Bibbia
Ebrei 6:1-8
L'autore, pur non senza perplessità, ha deciso di avanzare alla perfezione , cioè all'esposizione della verità cristiana nel suo sviluppo superiore, e di dare per scontata la conoscenza degli elementi spogli. Ma pensa bene all'inizio di ricordare ai suoi lettori quegli elementi, a parte i quali non ci può essere progresso nella religione. I soggetti che considera primari sono disposti in tre coppie: ( a) Pentimento e fede; gli uomini devono impararne il significato prima ancora di poter entrare nella vita cristiana.
b ) battesimi e imposizione delle mani; poiché mediante questi riti vengono impartiti i nuovi doni spirituali. I battesimi plurali possono riferirsi alla doppia consacrazione per mezzo dell'acqua e dello Spirito, oppure possono suggerire che i cristiani debbano imparare la differenza tra il proprio rito ei battesimi pagani o ebraici. ( c ) Risurrezione e giudizio: i due grandi fatti che hanno dato senso alla speranza cristiana.
Lo scrittore si propone, con l'aiuto della grazia di Dio, di andare oltre queste verità preliminari ( Ebrei 6:3 ); se i suoi lettori li hanno dimenticati, tutto il suo lavoro è buttato via. La conversione è un'esperienza che non si può ripetere. Coloro che hanno sperimentato una volta il dono divino del perdono, che sono stati rinnovati dall'opera dello Spirito Santo, che hanno compreso il valore della promessa di Dio e hanno partecipato alle attività superiori della vita cristiana, non possono essere restaurati se si allontanano.
Hanno rifiutato Cristo con la stessa sincerità degli uomini che lo hanno crocifisso e lo hanno svergognato davanti al mondo con la loro apostasia. È con gli uomini come lo è con la terra desolata che è stata bonificata. La terra che si rivelerà fruttuosa diventerà sempre più ricca, mentre quella che non produce altro che zizzania, nonostante tutto il lavoro speso per essa, dovrà essere restituita alla desolazione.
Ebrei 6:5 . potenze del tempo a venire: il riferimento è a quei doni spirituali ( cfr 1 Corinzi 12 ss.) che avrebbero dovuto segnare i cristiani come il popolo del nuovo tempo. L'intero brano è di grande importanza in quanto espressione classica di una credenza largamente diffusa nella Chiesa primitiva. Si presumeva che nell'atto del battesimo il convertito fosse assolto da tutti i peccati passati, ed entrasse definitivamente in una nuova vita.
Il grande cambiamento non poteva essere sperimentato una seconda volta, e la caduta in qualsiasi peccato grave dopo il battesimo non ammetteva alcun pentimento, ed era seguita dall'esclusione dalla comunione cristiana. Questa dottrina fu oggetto di una lunga controversia nella Chiesa primitiva e il sistema cattolico di confessione e penitenza nacque dal tentativo di mitigarla.