Il commento di Arthur Peake alla Bibbia
Giudici 4 - Introduzione
Giudici 4-5. Debora e Barak liberano Israele. Il resoconto di questa liberazione appare prima in una prosa e poi in una forma poetica, di cui quest'ultima è la più antica, scritta senza dubbio sotto l'ispirazione degli eventi reali. Ci sono alcune differenze notevoli tra le due versioni. Nella narrazione in prosa l'oppressore d'Israele è Jabin, re di Hazor, il cui capitano è Sisera; La casa di Debora è sul monte Efraim; solo le tribù di Zabulon e Neftali combattono il tiranno; e Jael uccide Sisera mentre dorme nella sua tenda.
Nell'Ode trionfale non c'è Jabin; Sisera è a capo dei re di Canaan, egli stesso il più grande re di tutti; Debora sembra appartenere alla tribù di Issacar; tutte le tribù intorno alla Grande Pianura (p. 29) prendono parte al conflitto; e Jael uccide Sisera mentre sta in piedi e beve. Le discrepanze sono dovute in parte al tentativo del prosatore di combinare la storia di Sisera con una storia indipendente di Jabin, re di Hazor (cfr Giosuè 11:1 ), e in parte alla sua incomprensione di alcuni versi dell'Ode ( Giudici 5:26 ).
Giudici 5. Il Cantico della Liberazione. Il Cantico di Debora così chiamato per le parole che io, Debora, sono sorto ( Giudici 5:7 ) è una splendida ode di battaglia, evidentemente contemporanea agli eventi che celebra. Respira il fervore patriottico e l'entusiasmo religioso che ispirarono le menti più alte d'Israele, e prova che una grande fede stava già operando meraviglie nelle tribù che fino a poco tempo erano state nomadi del deserto.
È un'opera di genio, e quindi un'opera di quell'arte più alta che non è studiata e artificiale, ma spontanea e inevitabile (Moore, 135). RH Hutton la definisce la più grande canzone di guerra di qualsiasi epoca o nazione. Purtroppo il testo ha sofferto parecchio, e in alcuni passaggi non possiamo far altro che intuirne il senso.