Commento critico ed esplicativo
1 Samuele 12:17
Non è raccolto il grano oggi? Invocherò il Signore, ed egli manderà tuoni e pioggia; affinché possiate vedere e vedere che grande è la vostra malvagità, cosa che avete fatto agli occhi del Signore, chiedendovi un re.
Non è la mietitura del grano oggi? Quella stagione in Palestina cade all'inizio di maggio, quando piove raramente o mai, e il cielo è sereno e senza nuvole. Non poteva quindi esserci una prova più forte o più appropriata di una missione divina del fenomeno della pioggia e del tuono che si verificava, senza alcuna previsione del suo avvicinarsi, sulla previsione di una persona che si professava profeta del Signore, e dandolo come attestazione che le sue parole sono vere. Il popolo lo considerava una manifestazione miracolosa del potere divino e, in preda al panico per questo segno inequivocabile del disappunto divino per i motivi criminali che avevano spinto il loro desiderio di un re, confessò il loro peccato e supplicò il profeta di pregare per loro.
(Giuseppe lo chiama "tempesta invernale nel bel mezzo del raccolto" ("Antichità", b. 6:, cap. 5:, sez. 6). Nel nostro clima, tuoni e fulmini si verificano comunemente in estate, ma in Palestina di solito accadono in inverno e sono sconosciuti in estate.) Promettendo di farlo, ha dissipato le loro paure. La condotta di Samuele, in tutta questa faccenda della nomina del re, mostra che fu un uomo grande e buono, che sprofondava ogni considerazione privata e personale in uno zelo disinteressato per il bene del suo paese; e le cui ultime parole in pubblico dovevano avvertire il popolo e il loro re del pericolo dell'apostasia e della disubbidienza a Dio.