Commento critico ed esplicativo
1 Samuele 20:1
E Davide fuggì da Naiot in Rama, e venne e disse davanti a Gionatan: Che ho fatto? qual è la mia iniquità? e qual è il mio peccato davanti a tuo padre, che cerca la mia vita?
Davide fuggì da Naiot a Ramah, e venne e disse davanti a Gionatan. Non poteva rimanere a Naioth, perché aveva forti motivi per temere che quando l'attacco religioso, se così possiamo chiamarlo, fosse mai avvenuto, Saul sarebbe ricaduto nel suo solito temperamento tetro e sanguinario. Si può pensare che Davide abbia agito imprudentemente nel dirigere la sua fuga verso Ghibea. Ma evidentemente era spinto ad andarci dai sentimenti più generosi, per informare l'amico di quanto era accaduto di recente, e per ottenere l'approvazione di quell'amico alla condotta che era stato costretto a seguire. Jonathan non poteva essere persuaso che ci fosse un vero pericolo dopo il giuramento che suo padre aveva fatto; in ogni caso, si sentiva sicuro che suo padre non avrebbe fatto nulla senza dirglielo.
L'attaccamento filiale accecava naturalmente il principe ai difetti del carattere genitoriale e lo rendeva riluttante a credere che suo padre fosse capace di tale atrocità. Davide ripeté le sue incrollabili convinzioni del proposito omicida di Saul, confermando la sua dichiarazione con una speciale forma di giuramento, che ricorre qui per la prima volta, ma in termini delicatamente scelti ( 1 Samuele 20:3 ) per non ferire i sentimenti filiale dell'amico; mentre Gionatan, aggrappato, sembrerebbe, alla speranza che la straordinaria scena rappresentata a Naiot potesse aver operato un santificato miglioramento del carattere e dei sentimenti di Saul, si impegnava a informare Davide del risultato delle sue osservazioni a casa.