Commento critico ed esplicativo
2 Re 3:13
Ed Eliseo disse al re d'Israele: Che ho a che fare con te? vai dai profeti di tuo padre e dai profeti di tua madre. E il re d'Israele gli disse: No, perché l'Eterno ha convocato questi tre re per darli nelle mani di Moab.
Cosa ho a che fare con te... Volendo produrre un profondo spirito di umiltà e contrizione, Eliseo respinse il re d'Israele, accompagnato da un sogghigno sarcastico, ordinandogli di andare a consultare Baal e i suoi indovini. Riconobbe Giosafat re di Giuda solo, perché era il regno teocratico, e discendeva dalla dinastia reale, di Davide (vedi casi simili: Osea, un profeta d'Israele, data i suoi scritti profetici "ai giorni di Uzzia, ecc. ., re di Giuda"). "Cosa ho a che fare con te?" - (vedi quanto a questa frase ellittica la nota in 1 Re 17:18.) Il suo significato in questo passaggio è, che cosa abbiamo in comune, io un profeta del vero Dio, e tu il discendente dell'idolatra Achab, che dovresti chiedere consiglio a me? Ma la condizione angosciata, specialmente il linguaggio implorante, dei regi supplicanti, che in questa angoscia riconoscevano la mano del Signore, trassero dal profeta la solenne assicurazione che solo per rispetto a Giosafat, il vero servo del Signore, egli prese alcun interesse per Ieoram.