Commento critico ed esplicativo
Atti degli Apostoli 17:29
Poiché quindi siamo la progenie di Dio, non dobbiamo pensare che la Divinità sia simile all'oro, all'argento o alla pietra, scolpita dall'arte e dall'ingegno dell'uomo.
Poiché dunque noi e la progenie di Dio, non dobbiamo pensare (la cortesia di questo linguaggio è degna di nota) che la Divinità sia simile all'oro, o all'argento, o alla pietra, scolpita dall'arte e dall'ingegno dell'uomo - piuttosto, ' scolpito dall'arte o dal dispositivo dell'uomo.' Non si può dubitare che l'apostolo qui indichi quegli ineguagliabili monumenti dell'arte plastica in oro, argento e pietre preziose, che giacevano così abbondantemente sotto e intorno a lui.
I greci pagani più intelligenti non pretendevano che questi dei e dee scolpiti fossero vere divinità, o anche le loro vere somiglianze, più di quanto i cristiani romanisti non pretendessero le loro immagini; e Paolo lo sapeva senza dubbio: eppure qui lo troviamo condannare tutti questi sforzi per rappresentare visibilmente il Dio invisibile. Quanto sono vergognosamente imperdonabili, quindi, le Chiese greca e romana nel paganizzare il culto della Chiesa cristiana incoraggiando immagini e immagini nel servizio religioso. Nell'VIII secolo il secondo Concilio di Nicea decretò che l'immagine di Dio era un oggetto di culto altrettanto appropriato quanto Dio stesso.