Commento critico ed esplicativo
Atti degli Apostoli 26:29
E Paolo disse: "Vorrei a Dio che non solo tu, ma anche tutti quelli che oggi mi ascoltano, foste quasi e del tutto come me, eccetto questi legami".
E Paolo [disse] (Questa parola tra parentesi dovrebbe essere stampata in corsivo, come richiesto nella traduzione, ma non nell'originale, secondo le migliori autorità),
Vorrei che Dio non solo tu, ma anche tutti quelli che oggi mi ascoltano, foste quasi, e del tutto come sono io, [kai ( G2532 ) en ( G1722 ) oligoo ( G3641 ) kai ( G2532 ) en ( G1722 ) polloo ( G4183 )] - letteralmente, 'sia in poco che in molto come sono;' o, secondo la lettura meglio supportata (e adottata da Lachmann, Tischendorf e Tregelles), 'sia in piccolo che in grande' [megaloo ( G3173 ), ottimamente reso nella Vulgata, et in modico et in magno].
Qualunque di queste letture adottiamo, il senso è lo stesso, che mentre Agrippa era arrivato al punto di dire (con quanta sincerità, l'apostolo non avrebbe voluto indagare) che era un po' attratto dalle opinioni dell'apostolo, che magnanimo servo di Cristo, cogliendo l'ammissione, e ripetendone le stesse parole, desidera a Dio che non solo Agrippa, ma tutto l'uditorio, non solo nel piccolo, ma nel molto (o nel grande), come lui era; cioè, non in qualche modo un cristiano, ma un vero e proprio cristiano.
In questa visione delle parole si vedrà subito che esse esprimono solo in un'altra forma, sia ciò che la King James Version trasmette, sia ciò che l'altra versione non esprime: "In poco [tempo] tu mi persuaderai ad essere un Cristiano;' mentre evita le obiezioni che abbiamo menzionato contro quest'ultima traduzione, e quella che sembra una mancanza di rigorosa garanzia grammaticale per la resa di Re Giacomo.
L'unica delle traduzioni proposte con cui non è d'accordo è quella ironica, che, sebbene così fortemente contesa, ci sembra del tutto fuori luogo. L'obiezione mossa alla King James Version (e ugualmente applicabile alla nostra) dai sostenitori del senso ironico-che la parola "cristiano" era a quel tempo solo un termine di disprezzo, e quindi non era probabile che fosse usata seriamente da Agrippa -non ha forza se non dall'altra parte; perché, prendendolo sul serio, il senso, secondo la versione di Re Giacomo, è: "Presto mi avrai con me" o, secondo la nostra versione proposta, "Mi sento che sto cominciando ad avvicinarmi a quella setta disprezzata".
Tranne questi legami - senza dubbio alzando le sue due mani incatenate (vedi la nota ad Atti degli Apostoli 12:6 ), che, nel chiudere un così nobile discorso, deve aver avuto un effetto elettrico.