Quaranta colpi gli può dare, e non eccedere: per timore che, se dovesse eccedere e picchiarlo sopra questi con molti colpi, allora tuo fratello non ti sembri vile.

Per timore che, se dovesse eccedere... allora tuo fratello non ti sembri vile. Si può forse pensare che questo modo di punizione fosse esso stesso un marchio di infamia, qualunque fossero le precauzioni prese per limitarne la severità. Ma bisogna tener presente che gli antichi la consideravano con associazioni ben diverse dalle nostre. Presso i Romani l'inflizione del flagello non fu ritenuta infame; perché a volte era applicato anche a uomini liberi e cittadini di alto rango. Ma il motivo addotto dal legislatore in questo statuto per limitare il numero delle strisce è molto notevole.

Non è semplicemente un motivo di compassione per un sofferente: è un rispetto per la natura umana, i cui diritti sono preservati anche in un criminale. Infliggere a un uomo una punizione eccessiva e degradante è oltraggiare i sentimenti di chi ne è testimone, e riversare disprezzo sull'umanità stessa. Questo carattere umano della legislazione mosaica merita un'attenzione speciale. Per quanto rigorosa possa essere sotto alcuni aspetti, essa sostiene la dignità della natura umana e non permette nemmeno a un colpevole di 'sembrare vile agli altri'.

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