Commento critico ed esplicativo
Deuteronomio 26:14
Non ne ho mangiato nel mio lutto, né ne ho tolto cibo per uso immondo, né dato cibo per i morti; ma ho ascoltato la voce del Signore, mio Dio, e ho fatto tutto ciò che hai mi hai comandato.
non ne ho mangiato nel mio lutto, in una stagione di dolore, che ha portato contaminazione sulle cose sacre; secondo una seconda classe di commentatori: "Non ne ho mangiato, con il pretesto della povertà e riluttante a darlo via ai poveri;" secondo una terza classe, le parole esprimevano il ripudio di una consuetudine idolatra degli egiziani, i quali, offrendo le loro primizie a Iside, invocavano quella divinità con mesti versi.
Né... per alcun uso immondo - cioè, qualsiasi scopo comune, diverso da quello che Dio aveva stabilito, e che sarebbe stato una sua profanazione.
Né lo si dovrebbe dare per i morti - in qualsiasi servizio funebre, o, come alcuni riferiscono le parole, a un idolo, che è una cosa morta - un'immagine senza vita, o un eroe divinizzato dopo la sua morte.