Commento critico ed esplicativo
Deuteronomio 30:11-14
Poiché questo comandamento che oggi ti do, non ti è nascosto, né è lontano.
Perché questo comandamento... non è nascosto... né... lontano. Quella legge di amare e obbedire a Dio, che era l'oggetto del discorso di Mosè, era ben nota agli Israeliti. Non potevano invocare l'ignoranza della sua esistenza e dei suoi requisiti. Non era nascosto come un mistero impenetrabile nel cielo, poiché era stato rivelato per mezzo di Mosè; né fu accuratamente trattenuto al popolo come una scoperta pericolosa, e bisognava levarsi dalle profondità del mare, come Giona, per proclamarlo; perché i più giovani e umili di loro erano istruiti in quelle verità che erano oggetto di studio e di ricerca sinceri tra le più sagge e più grandi delle altre nazioni.
Non erano obbligati a intraprendere lunghi viaggi o viaggi lontani, come facevano molti antichi saggi, alla ricerca della conoscenza. Hanno goduto del privilegio speciale di una conoscenza familiare con esso. Era con loro un argomento di conversazione comune, inciso nei loro ricordi e spesso spiegato e inculcato nei loro cuori.
L'apostolo Paolo ( Romani 10:6 ) ha applicato questo passo al Vangelo, poiché la legge di Cristo è sostanzialmente la stessa di quella di Mosè, solo mostrata più chiaramente nella sua natura spirituale e nella sua ampia applicazione, e, accompagnata dalla vantaggi della grazia evangelica, è praticabile e facile.