Commento critico ed esplicativo
Esodo 11:7
Ma contro alcuno dei figliuoli d'Israele un cane non muterà la lingua, né contro uomo né contro bestia; affinché sappiate come l'Eterno fa differenza tra gli Egiziani e Israele.
Non un cane. Nessuna città o villaggio in Egitto, o in Oriente in generale, è esente dal fastidio dei cani, che in gran numero si aggirano per le strade e fanno il più orribile e incessante rumore a qualsiasi passeggero di notte. Che significato enfatico dà la conoscenza di questa circostanza al fatto testimoniato nel sacro resoconto, che nella terribile notte che stava arrivando, quando l'aria doveva essere squarciata dalle acute grida dei dolenti, così grande e universale sarebbe stato il panico ispirato dalla mano di Dio che nessun cane avrebbe mosso la sua lingua contro i figli d'Israele. Nessuna circostanza potrebbe esibire un quadro più impressionante della pace, della tranquillità e dell'ordine che dovrebbero regnare fra gli Ebrei all'atto della loro rimozione a mezzanotte, che il silenzio dei loquaci cani.
Affinché sappiate come il Signore fa differenza tra gli Egiziani e Israele. Una notevole differenza era già stata fatta durante la continuazione di due delle precedenti piaghe e comunicata al Faraone ( Esodo 9:6 ; Esodo 10:23 ). Ma la differenza si sarebbe manifestata in maniera molto più cospicua ed inconfondibile, resa necessaria dall'ostinazione del Faraone e dalla partecipazione degli Egiziani al trattamento tirannico e crudele del loro monarca nei confronti di Israele. Senza dubbio la separazione dei posteri di Abramo e l'annuncio del loro destino speciale erano stati fatti quattro secoli prima.
Ma era limitato a rivelazioni private ai patriarchi, e poco o nessun progresso era seguito verso l'adempimento della promessa. Era vicino il tempo in cui la Provvidenza doveva iniziare un preciso corso d'azione verso il suo compimento - quando Israele doveva passare dalla condizione di famiglia al carattere di nazione - in cui coloro che erano stati mescolati con il popolo di un regno pagano dovessero sorgere in un'esistenza indipendente, e stabilirsi in una terra assegnata loro da uno speciale atto di grazia divina. Questa promessa, apparentemente dimenticata, fu ripetuta da Dio a Mosè, incaricandolo di chiedere la liberazione degli Ebrei dall'Egitto ( Esodo 3:8). E sebbene la loro inaugurazione come popolo speciale non avrebbe avuto luogo fino a un periodo ancora futuro, la modalità obbligatoria della loro liberazione rendeva necessario che, anche prima di quel momento, "il Signore ponesse una differenza tra gli egiziani e Israele".