E tutta la terra era di una lingua e di una parola.

Tutta la terra era di una lingua e di un discorso - letteralmente, di un labbro e delle stesse parole. Vitringa ('De Confus. Linguarum') considera questa affermazione come una prefazione o un'introduzione alla seguente narrazione, destinata a insinuare che i costruttori di Babele erano, all'inizio della loro impresa, un corpo unito, perfettamente unito nei loro sentimenti e scopi. Ma questa è una visione errata del versetto, che, interpretato secondo il significato naturale delle parole, descrive non un'armonia di concili tra un partito, ma un'esatta e intera comunità di parole tra tutti i rami esistenti dell'umanità.

Si tratta di una breve ricapitolazione - di cui si sono già verificati diversi casi - una ripresa, dopo il capitolo parentetico che l'ha preceduta, del filo della narrazione dove si era spezzato alla fine di Genesi 9:1 .

Lo storico sacro, in procinto di entrare in un nuovo argomento, dà uno sguardo retrospettivo alla discendenza di Lo storico sacro, in procinto di entrare in un nuovo argomento, dà uno sguardo retrospettivo alla discendenza dell'umanità da una sola famiglia; e siccome in tali circostanze si poteva ragionevolmente concludere che, avendo una comune origine, parlerebbero tutti la stessa lingua, procede a spiegare il mistero della diversità delle lingue. Poiché lo Spirito di Dio ha evidentemente inteso in questi capitoli iniziali di gettare luce, con la registrazione di pochi semplici fatti, sui problemi più profondi relativi allo stato primordiale del mondo e dell'uomo, di cui la filosofia non ha saputo dare un soluzione soddisfacente, si fornisce qui una spiegazione dello strano fenomeno delle quasi innumerevoli varietà di linguaggio articolato;

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