Commento critico ed esplicativo
Genesi 12:11-13
E avvenne che, quando fu vicino per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie: Ecco ora, so che sei una bella donna da guardare:
Quando fu vicino per entrare in Egitto, disse a Sarai sua moglie. Quando raggiunse i confini dell'Egitto, che era il più grande regno primordiale del mondo, cominciò a sentirsi a disagio. Segni crescenti di civiltà, grandezza e potere incontrarono il suo sguardo da ogni parte; e poiché l'immigrazione di una tribù così numerosa come la sua dal vicino deserto avrebbe certamente attirato l'attenzione del pubblico, la prospettiva di incontrare le autorità dell'Egitto, così diverse dai semplici nomadi dell'Asia, ai quali la sua esperienza era stata fino ad allora limitata, lo colmava con soggezione. Ma tutte le altre ansie furono dimenticate e assorbite in una causa di allarme.
So che sei una bella donna. La carnagione di Sarai, proveniente da un paese montuoso, sarebbe fresca e chiara rispetto ai volti delle donne egiziane, che, come mostrano i monumenti, erano bruno scuro o color rame. Aveva una cattiva opinione dei costumi e dei costumi del paese; e prevedendo che Sarai, il cui stile di bellezza era di gran lunga superiore a quello delle donne egiziane, potesse affascinare qualche nobile orgoglioso, che avrebbe cercato con ogni mezzo di impossessarsi di lei, Abramo si preoccupò della sua vita.
L'idea lo innervosì così completamente che la sua forza d'animo e la sua fede cedettero; e formò un piano astuto, che, mentre avrebbe mantenuto sua moglie accanto a sé, sperava, conducendo al fidanzamento e ad altre negoziazioni legate alla dote, rimandare il giorno malvagio. Il consiglio di Abramo a Sarai era vero in parole; ma era un inganno, inteso a dare l'impressione che lei non fosse altro che sua sorella. La sua condotta era colpevole e incoerente con il suo carattere di servo di Dio; ha mostrato una fiducia nella politica mondana più che una fiducia nella promessa; e non solo peccò se stesso, ma tentò anche Sarai a peccare.