Commento critico ed esplicativo
Genesi 22:6-8
E Abramo prese la legna dell'olocausto e la pose su Isacco suo figlio; e prese in mano il fuoco e un coltello; e andarono tutti e due insieme.
Abramo prese la legna, ... Lasciati i servi ai piedi della collina, il padre e il figlio salirono sull'altura, colui che portava il coltello e il fuoco, non portato, come alcuni hanno ipotizzato, fin dal suo luogo dichiarato di culto, per il motivo che sull'altare non era ammissibile altro che il fuoco sacro, ma acceso nell'ultima tappa del viaggio, e, dall'imperfetto mezzo di accensione, portato in un piccolo braciere, come si usa comunemente in Oriente, talvolta per un giorno intero, e l'altro portando la legna per consumare il sacrificio.
Ma non c'era nessuna vittima; e alla domanda posta così naturalmente da Isacco, Abramo si contentò di rispondere: "Figlio mio, Dio si darà un agnello per l'olocausto". È probabile che queste parole siano state pronunciate in modo evasivo, ignorando la questione; tuttavia con illimitata fiducia che suo figlio, sebbene sacrificato, sarebbe stato in qualche modo miracolosamente ristabilito. La dignità della fede non fu mai più magnificamente esemplificata che nell'espressione di questa rassicurazione calma e inconsciamente profetica a suo figlio.