Commento critico ed esplicativo
Geremia 22:18
Perciò così parla l'Eterno riguardo a Ioiachim, figlio di Giosia, re di Giuda; Non si lamenteranno di lui, dicendo: Ah mio fratello! oppure, ah sorella! non si lamenteranno per lui, dicendo: Ah signore! o, Ah la sua gloria!
Non si lamenteranno per lui, dicendo: Ah mio fratello! Ah sorella! - Rivolgendosi a lui con quei titoli di affetto come si rivolgerebbe a un amico defunto amato come fratello o sorella (cfr 1 Re 13:30 ). Ciò esprime, Non lo lamenteranno con il lamento di privati (Vatablus), o di consanguinei (Grozio): come "Ah! signore", esprime il lamento pubblico nel caso di un re (Vatablus), o quello di soggetti (Grozio). Henderson pensa che "Ah! sorella" si riferisca alla regina di Ioiachim, che, sebbene portata a Babilonia e non lasciata insepolta lungo la strada, come Ioiachim, non fu tuttavia onorata alla sua morte con lamenti reali, come quelle che sarebbero state versate su di lei a Gerusalemme.
Nota la bellezza dei modi di Geremia nella sua profezia contro Ioiachim. In Geremia 22:13 lo descrive in termini generali; poi, in Geremia 22:15 si rivolge direttamente senza nominarlo; infine in Geremia 22:18 lo nomina, ma in terza persona, per insinuare che Dio lo allontana da lui. L'audacia dei profeti ebrei prova la loro missione divina: se così non fosse, i loro rimproveri ai re ebrei, che detenevano il trono per autorità divina, sarebbero stati tradimento.
Ah la sua gloria! - `Ahimè! sua Maestà,'