Commento critico ed esplicativo
Giacomo 2:23
E si adempì la Scrittura che dice: Abramo credette in Dio, e ciò gli fu imputato a giustizia; e fu chiamato l'Amico di Dio.
La Scrittura si è adempiuta - Genesi 15:6 , citato da Paolo, come realizzato nella giustificazione di Abramo per fede; da Giacomo, come realizzato successivamente nell'opera di Abramo di offrire Isacco, che, dice, lo giustificò. Chiaramente Giacomo intende per opere la stessa cosa che Paolo intende per fede; solo lui parla di fede nel suo manifestarsi sviluppo; Paolo ne parla nel suo germe.
L'offerta di Isacco da parte di Abramo non fu un semplice atto di obbedienza, ma un atto di fede. Isacco era il soggetto delle promesse di Dio, che in lui doveva essere chiamata la progenie di Abramo. Lo stesso Dio invita Abramo a uccidere il soggetto della sua stessa promessa, quando ancora non c'era un seme in cui quelle predizioni potessero realizzarsi. Il dire di Giacomo che Abramo fu giustificato per tale opera, equivale a dire, come Paolo, che fu giustificato per fede; poiché era fede espressa in azione, come in altre cure la fede si esprime in parole.
Paolo afferma come mezzo di salvezza la fede espressa. Paolo si oppone all'ipocrisia; Giacomo, l'ingiustizia. La "scrittura" non si sarebbe adempiuta, come dice Giacomo, ma sarebbe stata contraddetta da qualsiasi interpretazione che giustifichi le opere dell'uomo davanti a Dio: poiché quella scrittura non fa alcuna menzione delle opere, ma dice che la fede di Abramo gli fu attribuita per la giustizia. Dio, nel caso fiat, 'giustifica gli empi' mediante la fede; successivamente il credente è giustificato davanti al mondo come giusto mediante la fede manifestata in parole e opere (cfr.
Matteo 25:35 , "i giusti", Matteo 25:40 ). Greco, "Ma Abramo credette", ecc.
E fu chiamato l'Amico di Dio - Non fu così chiamato durante la sua vita, sebbene lo fosse dal momento della sua giustificazione; ma fu chiamato così, quando riconosciuto tale da tutti, per le sue opere di fede. 'Era l'amico (attivo), l'amante di Dio, quanto alle sue opere; e (passivo) amato da Dio quanto alla sua giustificazione per opere. Entrambi i sensi sono uniti' ( Giovanni 15:14 ) (Bengel).