Commento critico ed esplicativo
Giobbe 29:25
Ho scelto la loro via, mi sono seduto capo e ho dimorato come un re nell'esercito, come uno che consola i dolenti.
Ho scelto ... la loro strada - cioè, sono salito volentieri alla loro assemblea dalla mia residenza di campagna ( Giobbe 29:7 ). (Maurer.) 'Se ho scelto di andare a modo loro' - cioè, se i loro modi mi piacevano, allora mi sono seduto lì come capo (Umbreit). La versione inglese ha un buon senso: "Ho scelto per loro, come loro consigliere, la strada da percorrere".
In ... esercito - come un re supremo in mezzo al suo esercito.
Consola... dolente. Qui, ancora, Giobbe prefigura inconsciamente Gesù Cristo ( Isaia 61:2 ). Le afflizioni di Giobbe, come quelle di Gesù Cristo, lo rendevano adatto per l'ufficio futuro ( Isaia 50:4 ; Ebrei 2:18 ).
Nota:
(1) Il ricordo delle comodità passate accresce l'amarezza delle sofferenze presenti. Al di sopra di ogni altra privazione, il credente sente nel modo più acuto il venir meno della luce del volto di Dio, e ripensa con dolente rimpianto ai dolci tempi della segreta comunione e della santa intimità con Dio, che un tempo furono la sua gioia più grande ( Giobbe 29:1 ). Come si esprime l'inno:
«Quali ore di pace una volta mi sono divertito! Com'è dolce ancora il loro ricordo! Ma hanno lasciato un vuoto doloroso che il mondo non potrà mai riempire'
Sometimes this withdrawal of the sensible comforts of religion arises from sinful carelessness of walk and declension in prayer and watchfulness (Cantico dei Cantici 5:2). At other times it is regarded, as in Job's case, to be a trial of our faith, and to teach us to trust God even when we cannot see or feel Him In the former case, we need to search ourselves, and to ask God to search us, that we may put away from us whatever in us has displeased Him, and provoked Him to withdraw His Spirit from us. In the latter case we must, like Jesus on the cross, amidst the darkness, when there is no light, "trust in the name of the Lord, and stay upon our God."
(2) Le ricchezze, gli onori e le famiglie fiorenti presto svaniscono. Eppure le cose terrene sono così ingannevoli che anche i devoti tendono a dimenticare quanto siano transitorie le migliori cose buone della terra. Pertanto, Dio spesso taglia alla radice, e nel momento in cui meno ce lo aspettiamo, le nostre fiduciose anticipazioni di sicurezza, prosperità e "giorni" allungati ( Giobbe 29:18 ), per insegnarci a non fare il nostro "nido" qui, ma per cercare la casa celeste e duratura.
(3) Nel frattempo, finché la ricchezza, l'influenza e il rango rimangono con noi, devono essere apprezzati, non tanto per se stessi, quanto perché offrono preziose opportunità di onorare Dio e promuovere il bene dei nostri simili ( Giobbe 29:11). Non esiste lusso squisito come quello di fare del bene. In retrospettiva della sua passata prosperità, senza dubbio non c'era nessuna circostanza a cui Giobbe potesse guardare indietro con tanta soddisfazione, come alla generosità che aveva suscitato "la benedizione di colui che era pronto a perire" e che "aveva causato il cuore della vedova per cantare di gioia». Poi, inoltre, quale motivo di piacere è per l'onorevole magistrato, ufficiale civile e senatore, se, ripensando alla sua condotta in posizioni così alte, può veramente dire: "Mi sono vestito di giustizia e mi ha vestito ; la mia giustizia era come il mio manto e il mio diadema" ( Giobbe 29:14). Le ricchezze e il grado così usati, sebbene periscano, lasciano dietro di sé un'impressione benefica e duratura; ma se abusate per meri fini terreni, orgoglio, vanità ed egoismo, comportano sul possessore un tremendo peso di condanna.