Commento critico ed esplicativo
Giosuè 9:18
E i figliuoli d'Israele non li percossero, perché i capi della raunanza avevano giurato loro per l'Eterno, il DIO d'Israele. E tutta l'assemblea mormorò contro i principi.
I figli d'Israele non li colpirono. Il carattere morale dello stratagemma dei Gabaoniti era pessimo. I Principi della Congregazione non rivendicarono né l'opportunità né la liceità del legame che avevano formato, ma sentivano i solenni obblighi del loro giuramento; e, sebbene il clamore popolare fosse forte contro di loro, causato forse dalla delusione per la perdita delle spoglie di Gabaon, ma soprattutto dal dispiacere per l'apparente violazione del comandamento divino, decisero, di aderire al loro impegno, perché avevano " giurato loro per il Signore Dio d'Israele». Il popolo chiese lo scioglimento della lega, ma i principi non acconsentirono.
Il giuramento era ai loro occhi un fatto epocale; e si può osservare, che l'antica teologia ecclesiastica era tanto impressionata dalla santità di un giuramento, che dichiarava inviolato il giuramento che era stato fatto anche ad un ladro. I principi israeliti agirono coscienziosamente: si sentivano vincolati dalla loro solenne promessa; ma, per prevenire le disastrose conseguenze della loro imprudente fretta, decisero, come specie di espiazione del loro errore, di degradare i Gabaoniti a una condizione servile, come mezzo per impedire che il popolo ebraico fosse irretito nell'idolatria, e così agirono fino, come pensavano, al vero spirito e fine della legge.