Commento critico ed esplicativo
Giovanni 18:13-23
E lo condusse per primo ad Anna; poiché era suocero di Caifa, che era il sommo sacerdote in quello stesso anno.
Per l'esposizione si veda la nota a Marco 14:53 , ecc., fino a pagina 204, secondo paragrafo.
Il nostro evangelista, a quanto pare, non aveva nulla da aggiungere agli ampi dettagli del processo e della condanna del Signore Gesù e agli oltraggi con cui fu poi trattato, e quasi nulla sulla triste caduta di Pietro in mezzo a queste operazioni . Di tutto ciò tiene già familiarità i suoi lettori, attraverso le annotazioni dei tre evangelisti precedenti. Nel primo di questi quattro versetti, quindi, ci dice semplicemente che "Anna lo mandò legato a Caifa, il sommo sacerdote", senza nemmeno menzionare a cosa servisse, tanto meno dando alcun particolare del processo.
E sebbene riporti nei termini più brevi due delle negazioni di Pietro e il canto del gallo, questo è solo per fornire un piccolo ma sorprendente particolare che non era stato notato nei Vangeli precedenti: come uno di quelli che accusarono Pietro di essere un discepolo di Gesù è stato in grado di identificarlo, dalla sua stessa relazione con l'uomo a cui Pietro aveva mozzato l'orecchio nel giardino, e che lo vide farlo ( Giovanni 18:26 ).
Per l'esposizione di tutta la materia evangelica abbracciata da questi quattro versetti, vedere le note a Marco 14:53 , pagina 203, secondo paragrafo, e 204, secondo paragrafo a pagina 211.
Siccome uno de' particolari più importanti di questa variegata sezione è omesso del tutto dal nostro Evangelista, mentre il resto è dato sommariamente, dobbiamo servirci degli altri Vangeli per avere tutto davanti a noi per l'esposizione.
Dal momento della deposizione di Archelao, e della riduzione della Giudea alla condizione di provincia romana (vedi la nota a Matteo 2:22 ), il potere di vita e di morte fu tolto ai tribunali ebraici. Nessuna sentenza di morte, quindi, che pronunciò poteva essere eseguita senza la sanzione del Governatore Romano.
Di conseguenza, non appena nostro Signore fu condannato a morte dal Sinedrio, e il trattamento sprezzante che ne seguì ebbe tempo da spendere, essendo ormai mattina presto, procedettero a portarlo davanti a Pilato affinché potesse autorizzarne l'esecuzione.