Commento critico ed esplicativo
Marco 13:14
Ma quando vedrete l'abominio della desolazione, di cui parla il profeta Daniele, stare dove non dovrebbe (chi legge comprenda), allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti:
Ma quando vedrete - "Gerusalemme circondata da eserciti" х stratopedoon ( G4760 )] - 'da eserciti accampati;' in altre parole, quando lo vedrete assediato, e l'abominio della desolazione , х a ( G3588 ) bdelugma ( G946 ) tees ( G3588 ) ereemooseoos ( G2050 )],
Di cui parla il profeta Daniele, stando dove non dovrebbe - cioè, come spiegato in Matteo ( Matteo 24:15 ), "stando nel luogo santo".
(Chi legge (legge quella profezia), comprenda.) Che "l'abominio della desolazione" a cui si allude qui intendeva indicare le insegne romane, come simboli di un potere pagano idolatra e così impuro, può essere raccolto da confrontando quanto dice Luca nel versetto corrispondente ( Luca 21:20 ); e i commentatori sono d'accordo su questo.
È degno di nota, a conferma di questa interpretazione, che in 1Matteo 1:54 -che, pur essendo Scrittura apocrifa, è storia autentica- l'espressione di Daniele è applicata alla profanazione idolatra dell'altare ebraico da parte di Antioco Epifane.
Allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti. Lo storico ecclesiastico Eusebio, all'inizio del IV secolo, ci racconta che i cristiani fuggirono a Pella, all'estremità settentrionale della Perea, "diretti profeticamente" - forse da qualche indizio profetico più esplicito di questo, che sarebbe la loro carta- e che così sfuggirono alle predette calamità da cui la nazione fu sopraffatta.