Commento critico ed esplicativo
Matteo 2:11
E quando furono entrati in casa, videro il fanciullo con Maria sua madre, e prostratisi, lo adorarono; e quando ebbero aperto i loro tesori, gli presentarono doni; oro, incenso e mirra.
E quando furono entrati in casa - non nella stalla; perché appena Betlemme si fosse svuotata dei suoi stranieri, non avrebbero avuto difficoltà a trovare una casa di abitazione.
Loro videro. Il testo ricevuto ha "trovato" х heuron ( G2147 )]; ma qui i nostri traduttori giustamente se ne discostano, perché non ha autorità.
Il bambino con Maria sua madre. Naturalmente prima viene menzionato il beato Bambino, poi la madre; ma Giuseppe, anche se senza dubbio presente, non è notato, come se fosse solo il capo della casa. E si prostrò e lo adorò. Chiaramente questo non era un omaggio civile a un piccolo re ebreo, al quale questi stranieri guidati dalle stelle arrivarono così lontano, e chiesero così avidamente, e si rallegrarono con una gioia così grande da rendere, ma un alto omaggio spirituale. La prossima clausola lo conferma.
E quando avevano aperto i loro tesori, gli offrirono (piuttosto, 'offerto') a lui regali , х proseenengkan ( G4374 ) autoo ( G846 ) Doora ( G1435 )].
Questa espressione, usata frequentemente nell'Antico Testamento delle oblazioni presentate a Dio, è nel Nuovo Testamento impiegata sette volte, e sempre in senso religioso di offerte a Dio. Senza dubbio, quindi, dobbiamo intendere la presentazione di questi doni da parte dei Magi come un'offerta religiosa.
Oro, incenso e mirra. Raramente si facevano visite a sovrani senza regalo ( 1 Re 10:2 , ecc.): confronta Salmi 72:10 ; Salmi 72:15 ; Isaia 60:3 ; Isaia 60:6 . L'"incenso" era un aromatico usato nelle offerte sacrificali; la "mirra" era usata negli unguenti profumati. Questi, con l'oro che presentavano, sembrano mostrare che gli offerenti erano persone in condizioni agiate.
Che l'oro fu presentato al Re bambino in segno della Sua regalità; l'incenso in segno della sua divinità, e la mirra, delle sue sofferenze; o che sono stati progettati per esprimere la sua natura divina e umana; o che in questi doni si vedano gli uffici profetici, sacerdotali e regali di Cristo; o che fossero le offerte rispettivamente di tre individui, ciascuno dei quali re, dei quali la tradizione ha tramandato i nomi stessi; tutte queste sono, nella migliore delle ipotesi, supposizioni precarie. Ma che i sentimenti di questi devoti donatori si vedono nella ricchezza dei loro doni, e che l'oro, almeno, sarebbe di grande utilità per i genitori del beato Bambino nel loro inaspettato viaggio in Egitto e vi resterà, tanto almeno non ammette contestazioni.