Commento critico ed esplicativo
Matteo 25:12
Ma egli rispose e disse: In verità vi dico, non vi conosco.
Ma egli rispose e disse: In verità vi dico, non vi conosco. Il tentativo di stabilire una differenza tra "Non ti conosco" qui, e "Non ti ho mai conosciuto" in Matteo 7:23 - come se questo fosse più gentile, e quindi implicasse un destino più mite, riservato agli "folli" di questa parabola -deve essere contrastato, sebbene sostenuto da critici come Olshausen, Stier e Alford.
Oltre ad essere incoerente con il tenore generale di tale linguaggio, e in particolare con la morale solenne dell'insieme ( Matteo 25:13 ), è un tipo di critica che manomette alcuni dei più tremendi avvertimenti riguardo al futuro. Se ci si chiede perché alle nozze del figlio del re furono ammessi ospiti indegni, in una precedente parabola, e le vergini stolte siano escluse in questa, possiamo rispondere, con le mirabili parole di Gerhard, citate da Trench, che quelle feste si celebrano in questa vita, nella Chiesa militante; questi nell'ultimo giorno, nella Chiesa trionfante: a quelli, anche quelli che non sono adorni dell'abito nuziale; ma a questi solo quelli ai quali è concesso di vestirsi di lino corto, puro e bianco, che è la giustizia dei santi ( Apocalisse 19:8): a quelli, gli uomini sono chiamati dalla tromba del Vangelo; a questi per la tromba dell'Arcangelo: a quelli, chi entra può uscire da loro, o essere scacciato; chi una volta introdotto a questi non esce, né è scacciato più da loro: perciò si dice: "La porta è chiusa".