Commento critico ed esplicativo
Numeri 7:2,3
Che i capi d'Israele, capi della casa dei loro padri, che erano i capi delle tribù e che erano sopra quelli che erano stati contati, offrivano:
I principi d'Israele... portarono la loro offerta davanti al Signore. La conclusione del sacro edificio sarebbe, si può ben immaginare, salutata come un'occasione propizia, diffondendo grande gioia e gratitudine in tutta la popolazione di Israele. Ma i capi, non contenti di partecipare all'espressione generale di soddisfazione, si distinsero per un movimento che, sebbene puramente spontaneo, era allo stesso tempo così appropriato alle circostanze, e così uguale nel carattere, come indica stato il risultato di un concerto e di un precedente arrangiamento. Era un'offerta del mezzo di trasporto, adatto allo stato migratorio della nazione nel deserto, per trasportare il tabernacolo da un luogo all'altro.
Nello schema di quella tenda sacra esposta sul monte, e alla quale il suo carattere simbolico e tipico richiedeva una fedele adesione, nessuna disposizione era stata prevista per la sua rimozione nei frequenti viaggi degli israeliti. Ciò non essendo essenziale al piano del divino architetto, fu lasciato a compimento per liberalità volontaria; e sia che si guardi al carattere giudizioso dei doni, o al modo pubblico in cui furono presentati, abbiamo una prova inequivocabile dei sentimenti pii e patriottici da cui emanavano, e del vasto interesse che l'occasione produsse. Gli offerenti erano "i principi d'Israele, capi della casa dei loro padri", e l'offerta consisteva in sei carri coperti o carri di lettiera e dodici buoi, due dei principi erano compagni di un carro e ciascuno forniva un bue.