Commento critico ed esplicativo
Romani 3:8
E non piuttosto (come ci viene riferito calunniamente, e come alcuni affermano che diciamo:) Facciamo il male, perché venga il bene? la cui dannazione è giusta.
E [perché dovremmo] non [piuttosto dire], (come ci viene riportato calunniamente, e come alcuni affermano che diciamo,)
Facciamo il male, che venga il bene? la cui dannazione (o 'condanna') è solo - un'ulteriore illustrazione dello stesso sentimento: qd, 'Tale ragionamento equivale a questo - che, infatti, noi che predichiamo la salvezza per libera grazia siamo calunniati d'insegnare - che quanto più malvagi fate, più gloria ritornerà a Dio: principio dannato». Così l'apostolo, invece di confutare questo principio, crede che sia sufficiente elevarlo a esecrazione, come uno che scandalizza il senso morale.
Che l'ebreo è sotto come condanna con il gentile, provato dalle sue stesse Scritture ( Romani 3:9 )