Commento biblico del sermone
1 Corinzi 15:53-54
Di quale sia il cambiamento di cui parla l'Apostolo, e come si realizzi, è superfluo indagare in modo particolare. Potrebbe essere più vantaggioso notare alcune lezioni che suggerisce.
I. Con un argomento irresistibile, a fortiori sbarra la porta a tutto ciò che è empio, impuro, sensuale o vile. Se anche la corruttibilità fisica è inammissibile, che dire della contaminazione morale? Il corpo è migliore dello spirito? Se non possiamo entrare in questi regni di luce e gloria con un corpo corruttibile e mortale, come possiamo raggiungerli con mente, cuore e anima contaminati e impuri?
II. Com'è alta e santa quella comunione con Cristo in cui siamo portati come membra del suo corpo, della sua carne e delle sue ossa! Ha preso il nostro corpo naturale, corruttibile e mortale, affinché potessimo prendere il suo corpo spirituale, incorruttibile, immortale. Nel rispetto della nostra natura corporea così come della nostra natura spirituale, siamo sposati, siamo uniti a Cristo.
III. Che motivo abbiamo in questo per avere una mentalità spirituale e una mentalità celeste; e di esserlo sempre di più man mano che la nostra unione con Cristo si avvicina e si avvicina il tempo del nostro essere glorificato con Lui. Sicuramente le cose che dovrebbero principalmente impegnare la mia mente e interessare il mio cuore, in vista di ciò che sarò allora e di dove sarò, sono le attività per le quali il mio corpo risorto in quel mondo celeste si adatterà, piuttosto che quelle per cui il mio corpo naturale qui sulla terra è preparato! Certamente ci si può aspettare che mi dedichi all'acquisizione di quei gusti e abitudini che risulteranno congeniali quando sarò cresciuto in Cristo incorruttibile nel corpo così come nello spirito, per stare con Lui nella gloria per sempre!
IV. Infine, quale motivo c'è, in questa grande speranza, per aspettare pazientemente tutti i giorni del nostro tempo stabilito, finché non giunge il nostro cambiamento! "Questo corruttibile deve rivestire l'incorruttibilità e questo mortale deve rivestire l'immortalità".
RS Candlish, Vita in un salvatore risorto, p. 229.