Commento biblico del sermone
1 Giovanni 3:24
Il testimone permanente.
I. La prima lezione che queste parole trasmettono è la dignità non solo dello stato del santo, ma anche dell'evidenza con cui ne è assicurato. Questo stato consiste nella presenza permanente di Dio, e questo non solo sopra di noi, sebbene questo sia vero, non solo intorno a noi, sebbene questo sia vero, ma in noi. Non dobbiamo né sminuire il fatto letterale di questa dimora interiore, né dobbiamo dimenticare la maestà dell'Abitante.
Dio stesso abita nei santi. Egli dimora, non facendo lampeggiare di tanto in tanto un raggio della sua gloria, rompendo per un momento l'oscurità naturale dell'anima e poi lasciandola di nuovo più oscura di prima, ma dimorando lì, dimorando come il sole nei cieli, con i suoi raggi nascosti, può essere, a volte con nuvole e nebbie terrene, ma come il sole dietro le nuvole, riempiendo l'anima, come nei tempi antichi riempì il tempio materiale della gloria della sua presenza.
II. Con la dignità dobbiamo unire la chiara chiarezza della prova che prova il nostro possesso di essa, perché altrimenti potremmo incontrare grandi difficoltà. Osservando i Suoi comandamenti, lo sappiamo. Abbiamo un grande motivo per benedire Dio per aver così riposto le nostre speranze nella nostra obbedienza, che ogni mente onesta può vedere e riconoscere. La lezione avvicina, stretto e indissolubile il nesso tra fede e santità, il cuore e la vita, la religione e il carattere e la condotta.
Fa del cristianesimo una forza reale, pratica, operante. (1) L'obbedienza, che è la prova della presenza dello Spirito, non è una santità compiuta o perfetta, altrimenti non apparterrebbe a nessuno di noi da questa parte del cielo. (2) È una rivolta di santità completa, ma progressiva. (3) Non è parziale. L'obbedienza cristiana accetta e segue tutta la legge.
III. Le parole esprimono l'infinita beatitudine sia dello stato che dell'evidenza. Dio è la fonte della vita, e quando dimora nell'anima dimora come la sorgente della vita, e ogni impulso di quella vita è amore, e ogni suo fremito è gioia.
E. Garbett, Esperienze di vita interiore, p. 27.