Commento biblico del sermone
1 Pietro 1:2
Chi avrebbe visioni felici della religione, chiunque avrebbe piena certezza della propria salvezza, deve essere abituato a cercare le sue prove, non in se stesso, né in alcuna verità astratta, ma nel carattere, nell'opera e nella persona di Dio. In questo senso, la dottrina della beata Trinità è una vera torre di fiducia e di forza per un cristiano. Gli uffici dei Tre Santi sono così pieni, si adattano così l'uno all'altro e fanno armonia, sono così appropriati, ciascuno nella sua distinzione, e sono così sufficienti, tutti nella loro completezza, che sembrano fatti proprio per questo scopo : rassicurare l'anima di un uomo e non lasciare spazio al più debole dubbio.
I. L'inizio, il fondamento, di tutto lo schema della salvezza, è la grazia elettiva del Padre. L'elezione delle gamme salvate senza la minima riprovazione delle perdute; e la giusta applicazione della dottrina è sempre un'applicazione di conforto. Così san Pietro qui implica, allo stesso modo san Paolo, sempre di rafforzare, assicurare e suscitare alla santità le Chiese afflitte ei credenti provati.
II. Guarda il cammino che fa l'elezione, per la quale percorre sempre, senza la quale non è affatto elezione: «attraverso la santificazione dello Spirito». Il grande oggetto di ogni elezione è la gloria di Dio. La gloria di Dio è cosa felice, santa, riflesso di Sé. Lo Spirito compie la sua opera santificante impiantando una nuova vita, nuovi principi, nuovi affetti, nel seno dell'uomo, che poi agiscono con un triplice influsso.
Primo, occupano il cuore; poi trattengono e trattengono il male che c'era e c'è ancora; e poi raccolgono e assorbono la cattiva natura, la purificano e la elevano al carattere del Divino: questa è la santificazione.
III. "Obbedienza e aspersione del sangue di Cristo". In quell'obbedienza fummo eletti; per essa siamo stati creati in Cristo Gesù; Dio lo ha voluto, Dio lo ha voluto e Dio lo intende.
J. Vaughan, Cinquanta sermoni, quinta serie, p. 294.
Riferimenti: 1 Pietro 1:2 . Spurgeon, Sermoni, vol. viii., n. 434; Ibid., Mattina per Mattina, p. 194.