Commento biblico del sermone
Amos 9:2-4
Che varietà, che raddoppiamento di espressione per rappresentare come del tutto impossibile che le parti qui minacciate possano sfuggire alla vendetta del loro Dio! Non importa dove potrebbero essere, o dove potrebbero andare a prendere se stessi, l'agenzia della vendetta è sempre a portata di mano. Queste parole ci affermano la grandezza, la certezza, l'ubiquità della vendetta divina.
I. Considera il testo come illustrato nel caso degli ebrei. Se fu proprio nella distruzione di Gerusalemme che si compirono queste minacce, è facile mostrare che nello stesso tempo, tanto prima quanto dopo, la vendetta, come per una specie di istinto naturale, si è impossessata degli ebrei dovunque si trovassero fondare. La storia degli ebrei, dal loro esilio da Gerusalemme, è stata una storia di feroci torti, vergognosi per le nazioni della terra, di estorsioni, disprezzo, odio, crudeltà; la storia di un popolo che ogni altro sembrava ansioso di sterminare, o di preservare solo per opprimerlo. Il serpente e la spada sembravano partire dovunque si trovassero gli esiliati.
II. Il testo fa riferimento a tutti gli uomini così come agli ebrei. Nel tipo di istinto con cui la vendetta è sembrata seguire gli esiliati della Giudea; nella misteriosa ma indissolubile associazione tra loro e la sofferenza; abbiamo solo l'immagine di ciò che è stato universalmente assegnato agli esiliati dal paradiso. Possono attraversare l'oceano e salire sulla montagna e tuffarsi nella caverna, ma non possono mai nascondersi dalla coscienza, che, armata di poteri spaventosi, è sempre pronta a imprimere su di loro il marchio dei delinquenti e ad esigere da loro alcuni dei sanzioni del reato. La commissione del peccato sembra produrre il ministero della vendetta; il suo grido si sente non appena si è goduto il piacere colpevole.
III. Le parole del testo possono essere applicate alla seconda venuta di Cristo. Lo scenario dell'ultima terribile assise è portato in ogni distretto, sì, in ogni famiglia del mondo; e non spazza la terra dei suoi abitanti e li riunisce confusamente in un tribunale giudiziario, ma lo estende su tutta la terra; sicché dovunque si trova un uomo, vi è il trono bianco innalzato, vi sono i libri aperti e vi è la tromba suonata.
H. Melvill, Pulpito di Penny, n. 2.541.
Riferimenti: Amos 9:7 . Rivista Omiletica, vol. vii., p. 330. Amos 9:9 . Spurgeon, Sermoni, vol. xiv., n. 825; Ibid., Mattina per Mattina, p. 172. Amos 9:11 .
Rivista Omiletica, vol. vii., p. 331. Amos 9:13 . Spurgeon, Sermoni, vol. vi., n. 296. Amos 9:13 . Ibid., vol. viii., n. 466; F. Hastings, Pulpito del mondo cristiano, vol. xxix., p. 261. Amos. R. Smith, Lanterna del predicatore, vol. iv., pp. 535, 599, 673, 727.