Commento biblico del sermone
Atti degli Apostoli 9:4,5
Il modo in cui il Signore ha trattato san Paolo è stato proprio il modo in cui ha trattato migliaia e decine di migliaia di persone che ha cercato di rendere allo stesso modo partecipi della luce della vita eterna. Anche loro,
I. Si incontra nel modo. Si ripara in quel modo con le spine in modo che non possano trovare la loro strada. Egli sta davanti a loro, come stava davanti a Balaam, con una spada sguainata in mano, desiderando che tornassero sulla via del dovere e scegliessero la via della vita. Mostra anche loro la Sua gloria. Il terreno in loro sta confuso davanti alla gloria del celeste che è loro rivelata, così come le stelle della notte svaniscono e si spengono davanti al sole nascente, e non hanno gloria a causa della gloria che eccelle.
II. Si noti un altro aspetto in cui la conversione di san Paolo non era che il modello e l'esempio di ciò che deve essere la conversione di ogni altro uomo. A volte supponiamo che non ci fosse resistenza da parte del vecchio in lui, e che non ci sarebbe potuto essere nessuno così potente se le forze spirituali fossero state messe in atto, per abbattere le roccaforti del peccato e di Satana in lui, che almeno a questo riguardo la sua conversione fu diversa dalle altre.
Ma tutto indica il contrario. Non ci è permesso vedere cosa passò dentro di lui durante quei tre giorni misteriosi in cui, condotto a Damasco, tremante e stupito, non vide nessuno, né mangiò né bevve. Ma di una cosa possiamo essere certi che furono giorni di un potente conflitto interno; e in quel "Ecco, egli prega", pronunciato da colui che vede nel segreto, in quello, e solo in quello, alla fine c'era un segno che alla fine si era arreso prigioniero di Cristo vinto dall'amore onnipotente. E anche qui, in questi tracciati della sua conversione, dobbiamo leggere quelle che devono essere le nostre caratteristiche principali.
III. Tutto l'aldilà di San Paolo fu una continuazione dell'opera che in quel giorno fu auspicata e iniziata in lui. E tale deve essere la nostra vita, tale deve essere la nostra conversione. Non qualcosa che ricordiamo di essere stato una volta, non qualcosa che ogni giorno si allontana sempre più lontano, ma qualcosa nel potere sempre nuovo di cui dobbiamo vivere giorno per giorno.
F. Trench, Pulpito Penny, n. 3656.
Riferimento: Atti degli Apostoli 9:4 ; Atti degli Apostoli 9:5 . Rivista del sacerdote, vol. ii., pag. 160.