Commento biblico del sermone
Deuteronomio 8:2-5
Questa è la lezione della nostra vita. Questa è la formazione di Dio, non solo per gli ebrei, ma per noi. Leggiamo questi versetti per insegnarci che le vie di Dio con l'uomo non cambiano; che la sua mano paterna è su di noi, come pure sul popolo d'Israele; che le loro benedizioni sono le nostre benedizioni, i loro pericoli sono i nostri pericoli; che, come dice san Paolo, tutte queste cose sono scritte a nostro esempio.
I. «Ti ha umiliato e ti ha fatto soffrire la fame». Quanto è fedele alla vita; quante volte arriva a un uomo, all'inizio della sua vita, un tempo che lo umilia, quando i suoi bei piani lo falliscono, e deve passare attraverso un momento di bisogno e di lotta. Il suo stesso bisogno, le sue lotte e la sua ansia possono essere l'aiuto di Dio per lui. Se è serio e onesto, paziente e timorato di Dio, prospera; Dio lo fa passare. Dio lo sostiene, lo fortifica e lo ristora, e così l'uomo impara che non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio.
II. C'è un altro pericolo che ci attende, come attendeva quei vecchi ebrei: il pericolo della prosperità nella vecchiaia. È facile per un uomo che ha combattuto la battaglia con il mondo, e più o meno vinto, dire in cuor suo, come Mosè temeva che quei vecchi ebrei avrebbero detto: "La mia forza e il potere del mio ingegno mi hanno ottenuto questo ricchezza", e dimenticare il Signore suo Dio, che lo guidò e lo allenò attraverso tutte le lotte e le tempeste della prima infanzia, e così divenire invano fiducioso, mondano e duro di cuore, non devoto ed empio, anche se può mantenere se stesso abbastanza rispettabile, e non cadere in nessun peccato aperto.
III. La vecchiaia stessa è una medicina salutare e benedetta per l'anima dell'uomo. Tutto è buono ciò che ci umilia, ci fa sentire la nostra stessa ignoranza, debolezza, nulla, e ci gettiamo su quel Dio in cui viviamo, ci muoviamo, ed esistiamo, e alla misericordia di quel Salvatore che è morto per noi sulla Croce, e su quello Spirito di Dio dalla cui sola santa ispirazione provengono tutti i buoni desideri e le buone azioni.
C. Kingsley, Disciplina e altri sermoni, p. 40.