Commento biblico del sermone
Ebrei 10:7-10
I. L'elezione di Dio è quell'oceano di amore che circonda la nostra vita terrena cristiana come un'isola, e che non possiamo mai perdere di vista per lungo tempo. Non è il nostro ultimo rifugio nella nostra debolezza, nelle nostre afflizioni, nelle nostre prove? Saliamo così all'eterno consiglio di Dio, sia che consideriamo il carattere della dispensazione evangelica nel suo rapporto con la legge, o la giustizia e la vita divina mediante la fede nel Salvatore crocifisso, o l'opera della grazia nella conversione, o l'azione spirituale esperienza del credente.
L'amore infinito da tutta l'eternità si proponeva di rivestirci di giustizia divina e perfetta, di dotarci di un'eredità incorruttibile, e questo attraverso il dono e l'egoismo del Figlio.
II. Dell'eterno consiglio di Dio, Gesù crocifisso è il centro e la manifestazione. Venne per offrire a Dio ciò che il sacrificio e l'olocausto potevano solo oscurare. Nell'offerta per il peccato, la morte, dovuta all'offerente, era trasferita al sacrificio; nell'olocausto colui che già aveva accettato professava la sua volontà di offrirsi interamente alla volontà di Dio. Come perfettamente e soprattutto finita concezione fu compiuta in Cristo questo duplice sacrificio!
III. Fin dall'eternità Dio, secondo il suo beneplacito, che si era proposto in sé, ci ha scelti in Cristo perché fossimo a lode della sua gloria. Nota l'espressione "buon piacere". È l'eterna delizia di Dio, questo scopo dell'automanifestazione nella grazia; Il suo centro di consiglio ed elezione nel Figlio del suo amore, nell'Unigenito. È secondo questo stesso beneplacito, secondo questo stesso eterno, libero, infinito diletto, che Dio chiama e converte le anime mediante la stoltezza della predicazione; che Egli ci dia l'adozione dei figli e il perdono dei peccati; è beneplacito del Padre custodire il piccolo gregge, e poi dare loro il regno e la gloria, insieme a Gesù.
A. Saphir, Lezioni sugli ebrei, vol. ii., pag. 186.