Commento biblico del sermone
Ebrei 13:1-16
I. Dopo aver messo in guardia gli ebrei contro i pericoli dell'egoismo, delle concupiscenze carnali e della cupidigia, l'Apostolo procede ad avvertirli contro i pericoli che minacciano la loro fede e lealtà a Cristo. Ricorda loro le guide, i dottori e i capi, che Dio aveva dato loro uomini che lavoravano nel ministero del Signore, e suggellava la loro testimonianza con la loro morte. Erano morti, ma il grande Profeta, il grande Apostolo e Sommo Sacerdote, il vero Pastore, è rimasto, Gesù Cristo, lo stesso ieri, oggi e in eterno. Egli è l'unico fondamento, e Suo l'unico nome. Il cuore trova riposo nel pensare a Lui, la Roccia dei secoli, l'eterno Figlio immutabile di Dio, nostro Signore, Salvatore e Mediatore.
II. Noi che crediamo possediamo il vero altare. Del tipo di questo altare potevano mangiare quelli che servivano il tabernacolo, ma la realtà era loro nascosta. Per fede lo osserviamo, e i nostri cuori sono stabilizzati.
III. Un cuore gioioso è anche un cuore generoso. Quando lodiamo il Signore, il generoso Donatore, e Lo ringraziamo per i doni della Sua grazia, doni così immeritati, preziosi e abbondanti, il nostro cuore sarà liberale. Non dimenticheremo di fare del bene e di comunicare; piuttosto saremo ansiosi di scoprire le buone opere per noi ordinate, per camminare in esse, per scoprire i poveri e i bisognosi, le membra umili e afflitte di Cristo, per aiutarli e rallegrarli.
E poiché sia la lode che le opere sono frutti dello Spirito, prodotti dai rami viventi, così è per intercessione di Cristo che salgono al Padre e Gli sono graditi.
A. Saphir, Lezioni sugli ebrei, vol. ii., pag. 423.
Riferimenti: Ebrei 13:1 . RW Dale, Il tempio ebraico e la chiesa cristiana, p. 276. Ebrei 13:2 . Mensile del predicatore, vol. viii., p. 296; H. Melvill, Pulpito di Penny, n. 2619; Omilista, 3a serie, vol. ix.
, P. 99. Ebrei 13:3 . Il vescovo Westcott, Christian World Pulpit, vol. xxxvi., p. 97; Caso, Brevi sermoni pratici, p. 114. Ebrei 13:4 . RDB Rawnsley, Village Sermons, 3a serie, p. 267.